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L'inizio del film con un twist di Rustichelli di fronte ai resti dell'ultima cena.
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LA MUSICA
Le Musiche sono in contrasto, comiche durante una scena (fintamente) drammatica.
Un twist di Carlo Rustichelli durante l'ultima cena e la deposizione di Cristo.
Una trasgressione delle consuetudini costata a PPP una condanna a 4 mesi di prigione!
https://www.youtube.com/watch?v=lSsOOJPsCG8
Una versione accelerata, da circo, per Sempre Libera di Verdi. La musica lirica della traviata di Verdi, tipica del gusto borghese, ripresa in chiave pop. Potete ascoltarne una bella versione qui:
https://www.youtube.com/watch?v=NhXV2qoKSSY
Come il dies irae, suonato con una fisarmonica.
Per saperne di più sulle musiche utilizzate da PPP:
https://scrittoridiscrittura.it/senza-categoria/il-misterioso-gluck-di-pasolini
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Pasolini nel Decamerone, con il suo fisico asciutto e muscoloso, ci invita all'osservazione delle opere d'arte. ci ricorda, nella sua posizione che la posizione dell'osservatore è fondamentale. Impersona un pittore del periodo di Giotto. Parecchi riferimenti a Giotto si trovano nei suoi film, tra cui il giuizio universale di Padova, dove sostituisce il Cristo alla Madonna. Onnipresente la centralità della madre.
Sullo sfondo della corona di spine, le nuove costruzioni della periferia romana, luogo di tante passioni degli 'ultimi'.
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I resti dell'ultima cena rivelano il forte interesse per Caravaggio. Nel quadro di Michelangelo Merisi, detto appunto il Caravaggio, il paniere, leggermente spostato a sinistra, è bilanciato nella composizione dalla foglia a destra. La posizione dell'osservatore è particolare, innaturale, chinato al filo del tavolo. Ci ricorda la posizione di Pasolini nell'immagine precedente.
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L'ultima cena in Mamma Roma ci ricorda Ghirlandaio e Romanino. Una buona occasione per esercitarsi nella prospettiva. Il protagonista, il proletario Stracci, ci ispira bontà e una semplice purezza. Sarà lui, il "ladrone buono", a vivere la vera passione del sacrificio.
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Dal Manierismo di Rosso Fiorentino, l'immagine vira dal bianco e nero al colore. La rappresentazione sacra, nell'immaginario borghese che se n'è appropriata, si traduce in farsa.
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Idem per la Deposizione di Pontormo. Cristo cade, tutti ridono. Tranne la Madonna, Laura Betti, inviperita. Si ribaltano i ruoli dell'immagine classica, dove a dolcezza a il sorriso della Madonna diventano uno scomposto rimprovero.
A differenza di Rosso Fiorentino, dove la composizione segue le verticali delle scale e della croce, Pontormo crea un cerchio sulla parte superiore. Strano l'uso dei colori, specialmente il rosa del corpo in basso, tutti tenui e distribuiti.
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Il sacrificio finale, come per Ettore, il figlio di Mamma Roma, riprodotto con uno scorcio ispirato da Mantegna.
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